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Non chiamateci arancini o supplì… siam crocchette di riso!!!

26 febbraio 2011

Visto che adesso avete ben chiare le nozioni di base per una buona frittura, bisogna farvi esercitare. E cosa c’è di meglio per esercitarsi a friggere, se non le crocchette di riso?

Badate bene. Ho detto crocchette di riso e non arancini. Quella che vi posto oggi infatti non è la ricetta siciliana degli arancini, ma una ricetta calabrese per fare le crocchette di riso. Direte voi, che cambia, sempre pallotte di riso fritto sono. E invece no, vi assicuro che le crocchette e gli arancini sono due mondi che, seppur intersecanti,  sono in realtà profondamente diversi. Prima di tutto si differenziano per aromi e colori: il riso dell’arancino classico è allo zafferano e quindi risulta sempre di un bel colorito giallo, mentre quello delle crocchette è cotto nel latte, per cui è di un candido bianco. E poi, ma non meno importante, c’è il ripieno, l’arancino classico ha un cuore di ragù di carne o verdure, mentre la crocchetta ha un filante ripieno di succulento formaggio. Per cui fate bene attenzione a non confonderli tra loro, le crocchette calabre sono molto suscettibili sulle questioni d’identità, si potrebbero offendere molte se confuse con i cugini siciliani! E meno che meno potrete permettervi di confonderli con un loro comune parente lontano di origini romane, il supplì di riso. Sarebbe proprio un sacrilegio!

Beh insomma per imparare a distinguerle bene dal parentume gastronomico vario (ed evitare così di scatenare faide territoriali) l’unica è imparare a prepararle, così da poterle gustare per bene.

Eccovi quindi la ricetta delle crocchette di riso.  Ovviamente è una ricetta di famiglia, per cui acqua in bocca, non diffondetela troppo in giro.

Dosi: 500 gr di riso, 1/2 litro di latte intero, 50 gr di burro, 3 uova circa, 50 grammi di parmigiano grattugiato, una provoletta ( o galbanino o qualsiasi altro formaggio che fila, ma non acquoso), la buccia grattugiata di un limone biologico, mollica di pane secco (pangrattato).

Procedimento: Fate bollire il riso in acqua salata fin quando non diventa al dente, quindi scolatelo e poi finite la cottura (possibilmente in una pentola che non attacca) con il mezzo litro di latte e il burro, mescolando per bene facendo in modo che non si attacchi sul fondo fin quando il latte non si sarà assorbito e il riso non sarà cotto.  Nel frattempo sbattete uno dei tuorli (conservate a parte l’albume perché vi servirà in seguito) e le due uova intere con il parmigiano grattugiato e poi aggiungetelo al riso, mescolando bene, insieme alla buccia del limone grattugiata finemente. A questo punto lasciate raffreddare. Se avete fretta spostate il riso dalla pentola in una ciotola, si raffredderà prima.
Quando il riso sarà freddo iniziate a preparare delle piccole crocchette con le mani, inserendo al centro di ognuna un pezzetto di provoletta (o altro formaggio che fila non acquoso). Dopo aver composto le crocchette passatele una alla volta nell’albume leggermente sbattuto e poi nella mollica di pane (pangrattato) facendole rotolare in modo che tutta la superficie sia coperta da albume e poi da pangrattato.


A questo punto preparate la padella per la frittura e quando l’olio è ben caldo, friggetele.

Son da servire appena fritte per potersi godere appieno il formaggio che fila quando le spezzate con i denti.

 

4 commenti leave one →
  1. onnivora ma piddicchiusa permalink
    26 febbraio 2011 4:19 PM

    da calabrese non posso che apprezzare assai la ricetta!!!
    ma… per questa ricetta non osate comprare il galbanino eh!!! una purista come me pretende solo la provola e se fosse una provola silana (cioè della sila) sarebbe meglio perché aggiungerebbe un tocco di salato che non guasta.

    mia mamma ci mette anche prezzemolo finemente tritato e pezzettini di prosciutto cotto (che zagà ha censurato ma giuro che nella ricetta c’è!!!) e se li faccio io ci aggiungo anche un pochino di pepe nero e li faccio a pallina invece che a forma di crocchetta ma è un gusto solo mio per carità. 🙂

    un bicchiere di vino rosso cirò, un arancino calabro e un po’ di amici con cui condividere il banchetto e la vita ti sorride…

    • Zagara permalink
      26 febbraio 2011 5:21 PM

      Ho appena finito di dire che si offendono se le chiami “arancini” e tu dai alla crocchetta dell'”arancino calabro”?!?! Vuoi proprio farmi arrabbiare… eh?

      Per le varianti, ogni famiglia ha la sua… mia nonna le faceva così come le ho scritte, per cui per una volta, il prosciutto non l’ho censurato io 🙂 d’altronde in questa variante il prosciutto coprirebbe l’aroma del limone che è invece ciò che dà quel tocco particolare…

      Per la provola silana invece approvo in pieno! W la provola silana! 🙂

  2. FOM permalink
    26 febbraio 2011 5:19 PM

    Crocchette paura. Fom dice yum

  3. nisetta permalink
    26 febbraio 2011 5:36 PM

    inizia a serie delle palline fritte, bene bene (palline è una categoria generale, che intendo comprenda SIA crocchette SIA arancini… ok?????????????) 🙂 …e il tocco di limone è effettivamente il tocco in più

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